Friday 27 February 2009

L'identitá


Vi sono situazioni in cui per un istante non riconosciamo chi ci sta accanto, in cui l'identità dell'altro si cancella, mentre, di riflesso, dubitiamo della nostra. Questo avviene anche all'interno di una coppia - anzi, soprattutto in una coppia, perché chi ama teme sopra ogni altra cosa di non riconoscere l'essere amato.

da: Uno nessuno e centomila:
"-Che fai?- mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio.
-Niente,- le risposi,- mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino. Mia moglie sorrise e disse:
-Credevo ti guardassi da che parte ti pende.
Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato una coda:
-Mi pende? A me? Il naso?
E mia moglie placidamente:
-Ma sì, caro. Guardatelo bene: ti pende verso destra.

Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme tutte le altri parti della mia persona. Per cui m’era stato facile ammettere e sostenere quel che di solito ammettono e sostengono tutti coloro che non hanno avuto la sciagura di sortire un corpo deforme: che cioè sia da sciocchi invanire per le proprie fattezze. La scoperta improvvisa e inattesa di quel difetto perciò mi stizzì come un immeritato castigo".

Dipinti: Laura Tedeschi "Adolescenza"

Thursday 26 February 2009

La lentezza


C'è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.

Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all'intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all'intensità dell'oblio.

Da:
"La lentezza" di Kundera

Dipinto: Laura Tedeschi "Dopo una giornata di sole"

Wednesday 25 February 2009

L'arte di Mario Piana


Mario Piana é l'acquarellista della tranquillitá solo in apparenza,
dipinge una malinconia garbata quasi non volesse disturbare,
ma che si fa strada dentro di noi, nel piú profondo io,
quello dei ricordi infantili che riaffiorano guardando le nebbie e le atmosfere dipinte da Mario, un po' come riaffiorano i ricordi quando annusiamo a tutti polmoni l'odore della pioggia primaverile per rivere i momenti di quando dopo un pomeriggio piovoso chiusi in casa a fare i compiti la mamma ci mandava fuori a giocare perché era spuntato un po' di sole.

Da vedere l'arte di Mario Piana in varie mostre in italia e in permanenza sul suo sito
www.mariopiana.com

Accenni biografici:
Nato a Casale Monferrato nel 1949, Mario Piana ha compiuto studi artistici e si è laureato in Architettura a Milano. Appassionato da sempre di arti figurative, ha ripreso a disegnare e a dipingere con continuità, dopo anni di lavoro dedicati all'Urbanistica e alla conservazione dei Beni Ambientali. Ha deciso così di mostrare i risultati della propria attività che si esprime prevalentemente con l'acquarello.
Da molti anni vive a Carate Brianza.


Diponto: Mario Piana "L'isola che non c'é"

Monday 23 February 2009

Il Prof. Caroli da Fazio a Che tempo che fa, da seguire.


Consiglio a tutti di seguire alla domenica
la trasmissione in onda su radue in prima serata "Che tempo che fa" di Fabio Fazio,
in quanto ospita ogni domenica il Prof. Caroli, esperto d'arte, che propone ogni settimana un tema e i rispettivi artisti e quadri vincitori del sondaggio tra il pubblico.
(Questo sondaggio per gli addetti ai lavori é interessante perché si vede tra l'altro dove il pubblico potenziale compratore é orientato).
Ieri sera 22 Febbraio si discuteva dell'acqua in arte.
Il maestro della luce e dell'acqua Monet é fuori discussione
e, tra i grandi maestri citati classici e moderni, mi sono stupita che non sia stato citato il grande Gustav Klimt, che fu , come sapete, tra i fondatori e primo presidente della Wiener Secession (Secessione Viennese), divenendo, così, il rappresentante simbolico dello Judenstil austriaco, movimento moderno molto importante.

Vi propongo il quadro che avrei proposto io come favorito tenendo conto che Monet é fuori concorso essendo lui il maestro dell'acqua,
ho visto questo dipinto dal vivo, é una tela grandissima e mi ha dato un emozione di libertá, sole e luce talmente forte che é rimasto nei miei ricordi vivo come se l'avessi visto ieri, piú delle Nifee di Monet:

Gustav Klimt: "Attersee"

Saturday 21 February 2009

Animo infantile


"Per quanto lontana mi sembri l'infanzia e, in tutto e per tutto, incomprensibile e favolosa, tuttavia ricordo esattamente come giá allora, nel mezzo di quella felicitá, ci fossero in me sofferenze e dissidi.
Quei sentimenti erano allora, nel mio cuore di bambino, esattamente come rimangono per sempre:
dubbi sul proprio valore, oscillazioni tra autostima e scoraggiamento, tra un idealismo che disprezza il mondo e un ordinario piacere sensuale..."

da: "Animo infantile" Hermann Hesse
Dipinto: "Dopo un giorno di sole" Laura Tedeschi

Friday 20 February 2009

Gianni Tedeschi: L’impressionista ligure „rapito“ dall’Altopiano


• L’impressionista ligure „rapito“ dall’Altopiano

Giornale di Vicenza del 20. giugno 2008

“La strada a me piú cara è la via del Campo che si snoda da piazza Fossatella a Porta dei Vacca con gli odori, i profumi e i personaggi che hanno accompagnato la mia fanciullezza.
Come dimenticare la fragranza delle spezie e del caffè che si mescolava a quello della liquirizia e della cannella, delle carrube e delle castagne secche che il droghiere metteva in bella mostra in sacchetti di juta fuori della porta, il profumo di pane che colmava l’aria attorno al forno del signor Chiesa e quello della sua focaccia alle cipolle.
E che dire della latteria sull’angolo di vico della Madonna talmente stretto che una persona appena un po’ grassa correva il rischio di rimanervi incastrata. Il latte allora aveva un odore particolare perché oltre che di latte odorava anche di campagna”.

Inizia pressapoco cosí il libro-diario di Gianni Tedeschi,
un’autobiografia intensa, carica di vita, impetuosa e tenera come è questo personaggio che sarebbe piaciuto a Fellini.
Tedeschi nella vita ha fatto tante cose anche pericolose, ha visto cose terribili,ha toccato la morte da vicino decine di volte, ha pagato di persona scelte ed ardimenti, ma poi si è come abracciato attorno alla musa che lo folgoró giá da piccolo quando con occhi vivaci lanciava sogni per le strade di Genova.
È li, nella capitale della Liguria, che nasceva il 22 agosto del 1922. Quel giorno i giornali scrivevano dei malanni del vate Gabriele d’Annunzio, della conferenza internazionale di Venezia sugli interessi italiani in Oriente, del patto di Londra. Si facevano nomi di cittá come Valona, Smirne, di regioni come Dodecaneso, l’Anatolia. Si usava sempre piú diffusamente la parola “espansione”.

Nella sua casa solare immersa in un prato verde di Asiago, appena un po’ fuori dell’abitato, Tedeschi sembra il re dell’Altopiano, anzi della terra.
La sua è una libertá vera, cercata, pagata a un’esistenza non sempre facile. Il suo cane l’attende. Lui è gentile, attento. All’interno c’è la sua storia raccontata dai ricordi, dai volti cari incorniciati, da reliquie e momenti del passato, da squarci di gioventú, c’è come impresso dappertutto il volto della donna del destino, il suo amore per sempre, ed ecco i quadri, tanti quadri. Non solo suoi. Anche se quelli che ha appeso sulle pareti sono quelli piú vicini al suo cuore. Poi ecco la taverna-studio, aria soffusa, penombra, per ricreare – dice – le atmosfere autentiche in cui nascono le sue opere d’arte, dove insegue una ispirazione vivace sempre pronta ad esplodere. Sul cavalletto gli ultimi abbozzi di colori.
È qui che esplode la sua vena, che nascono i suoi dipinti, coriandoli di colori che si uniscono pazientemente, sulla scia di un ispirazione che lo isola dal resto del mondo, per diventare elegie, paesaggi, visioni oniriche, visi, forme, figure, segni.
Di Asiago si invaghí al primo impatto un giorno di sole del 1969.
Era giunto lí per caso. Lo ammaliarono la morbidezza dello scenario, la tinta delle conifere, la dolcezza dei particolari.
La regina dei Sette Comuni gli apparve come una bella e languida donna avvolta in un abito lieve e profumato. Fu come risentire il sapore di cose antiche, come trovare ció che cercava con la sua inquietudine randagia, quella spazialitá perduta in cui nuvole e vento possano dilagare senza ostacoli e che qui lo conquistó, invischiandolo come una tela penzolante in cui era cosí dolce e struggente andare a rinchiudersi.
“Provo sempre una sensazione di grande godimento quando apro la finestra e respiro quest’aria densa di profumi, quando scruto il cielo per capire se nevicherá”.
Si, fu innamoramento subito. Quattrocentocinquanta chilometri fatti di corsa. La sera stessa, tornado a Rapallo, ne parló alla moglie. Una settimana dopoci torno con Marisa. Alloggiarono all’albergo Toi. Dopo pochi giorni erano lí con un autotreno zeppo di cose per iniziare una nuova avventura, assistere al fiorire dei lillá, andare per boschi in cerca di fragoline o di funghi, raccogliere a due passi dallaporta di casa il radicchio selvatico o l’erba Carletta che è ottima per la frittata, come se le stagioni si succedessero senza fare sfiorire la pelle e gli occhi, dentro uno scrigno fuori del tempo, come se gli uccelli esistessero solo per darti la sveglia il mattino seguente.

Franco Pepe

Nella foto alcune opere di Gianni Tedeschi:
Fiori, ritratto di Laura e Venezia
a sinistra in basso l'artista nel suo studio ad Asiago

Wednesday 18 February 2009

Maria Lassing - il novantesimo compleanno


L'8. Settembre compirá 90 anni e il museo di arte moderna di Vienna (MUMOK) gli dedica una mostra che é iniziata il 13. Febbraio.
In questa mostra vengono proposti i lavori eseguiti dall'artista negli ultimi dieci anni, sono circa sesanta opere di grande forza e impatto visivo.
Alcuni dei lavori presentati sono inediti.
Inutile dire che lo stile di Maria Lassin é molto interessante per la mia pittura,
ho visitato la mostra sabato e ho osservato la tecnica e le pennellate di getto dell'artista, che usa colori molto vivaci ma tenui non violenti, ho notato che non usa colori primari puri a differenza di molti espressionisti, il risultato peró é ottimo.
Interessante da osservare l'accostamento dell'arancione al viola i verdi molto tenui e i gialli chiarissimi.
Pittrice molto vitale, provocatoria e produttiva, mi é piaciuta molto.

"Maria Lassnig. Das neunte Jahrzehnt“ dal 13. Febbraio al 17. Maggio
tutti i giorni dalle 10,00 alle 18,00 e al giovedí fino alle 21,00

entrata adulti 9,00 Euro

Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig (MUMOK)
Museumsplatz 1
1070 Vienna

Dipinto: Maria Lassing "Du oder Ich"

Friday 13 February 2009

LA SFIDA


La sfida
Opera di Laura Tedeschi
Olio su tela 60x80 cm
Febbraio 2009

Thursday 12 February 2009

L'arte richiede un vuoto?


È come se l'avessi vista, questa scena.
E invece l'ho letta qualche anno fa.
In una strada di Parigi un ormai maturo Francois Truffaut segue a qualche passo di distanza un anziano signore ebreo. Il vecchio si ferma, lui si ferma. Poi riprende a camminare e cosí Truffaut.
Il vecchio é suo padre, il padre naturale.
Francois non l'ha mai conosciuto, non lo conoscerá.
Forse non gli interessa altro che guardarlo, vederlo da lontano.
È la loro prima e ultima volta.
Ricordo di aver subito pensato che se nella vita di Truffaut non ci fosse stata questa ferita, Jules et Jim e la signora della porta accanto probabilmete non li avremmo mai conosciuti. Forse l'idea che sia la sofferenza a fare l'artista é un po' troppo romantica.
Ma credo che se non ci fosse qualcosa da riparare, un dolore da risanare, dell'amore inappagato, l'uomo e la donna non cercherebbero come cercano, trovando in qualche caso tesori inestimabili.
Se non vi fosse una carenza, un vuoto che chiede di essere colmato, una specie di invidia radicale a muoverci, finiremo per accontentarci di poco.
Dovrebbe bastare sapere di dover morire, consapevolezza che é lo stigma della condinzione umana, a carburare le nostre esistenze, é il vuoto piú vuoto di tutte, e per quanto uno faccia, incolmabile.
Servono delle meditazioni, il dolore, che mette in moto il desiderio di vita, che ci fa provare a colmare l'arte é una meditazione possibile.
Conosco molti genitori che han paura che i proprio figli soffrano anche solo un po'.
La propensione a riempire tutti i loro vuoti, a prevenire ogni possibile mancanza, a intorpidirli in una innaturale sazietá.
È davvero questo che volgiamo per loro?
Una vita senza carenze, senza dolore senza lo struggimento del desiderio? Non é la vita piú povera che si possa immaginare?"

Dipinto: Laura Tedeschi "La forza"

Wednesday 11 February 2009

Dopo Kirchner


Riuscire a rendere la sensualitá mista a spavalderia o sfacciataggine
in arte espressa con colori molto forti
mi ha sempre affascinato,
la sensualitá non solo nella figura ma anche nel paesaggio,
da qui il mio grande amore per E. L. Kirchner e di conseguenza un paziente sudio su
tutta la sua opera per anni.
Il dipinto che vi presento oggi é un nudo e l'ho intitolato appunto dopo Kirchner.

Laura Tedeschi "Nach Kirchner"
Olio su tela
40x90 cm

Friday 6 February 2009

VITA D'ARTISTA


PROFUMANO I SUOI
VESTITI DI COLORE AD
OLIO,LIBERAMENTE SI
PERDE TRA LA FOLLA,
TRA LE TELE MACCHIATE
DI SOFFERENZA, E DI
GIOIA CHE VA E VIENE,
TROVERA' UN ANGELO
CHE SAPRA' AMARLO
E CHE LO SVEGLIA
CON UN BACIO!?
LE SUE TASCHE
OGGI RIDONO DOMANI
PIANGONO, VITA
D'ARTISTA..........
FRAGILE COME
CRISTALLO,FORTE
COME UN TORO DA
CORRIDA, UBRIACO
D'AMORE, CON UN DIO
NEL CUORE,TROVERA'
UN ANGELO CHE
SAPRA' AMARLO!!??

Poesia: Vincenzo Cangiano

Dipinto: Laura Tedeschi "Adolescenza"

Thursday 5 February 2009

Fragile assolo - Omaggio della poetessa Catherine La Rose al mio dipinto "Fragile"


Fragile ..fragile
nella stessa mente
e' tutto cosi' fragile
nello stesso corpo
vene di cristallo che sfiorano l'anima...
Scorcio nudo di paesaggio
terra avvolta di colori
rifugio sensuale
fiumana di pensieri
intime distanze
tra un battito e
teneri brividi del cuore...
Colline di ninfee celesti
lingue di mare
che abbracciano le carni
salvagente di conforti
calore che attanaglia
dagli abissi riemerge e riprende fiato...
Incollata alla quiete oscura si culla
fluida e carezzevole di paure
oltre il peso malinconico
distese d'albe e tramonti che si rincorrono...
Fragile ...fragile....
nella stessa mente
e' tutto cosi' fragile
nello stesso corpo
vene di cristallo che sfiorano l'anima....
Ad abbracciare tutto questo indelicato
......un apparente silenzio
ove troneggia un rubino canto
cesto di papaveri anelanti
fioritura delle amanti
bocca delusa che si fa le fusa
occhi sciolti nelle nubi calde
sguardo specchiato
sedotto dall'assolo....
e se tentassi di rapirne un senso?
mi resisto...
malinconica mi resisto
fragile...fragile....
nella stessa mente
e' tutto cosi' fragile.......
nello stesso corpo
vene di cristallo che mi sfiorano l'anima.

Poesia: CATHERINE LA ROSE
Dipinto: LAURA TEDESCHI "FRAGILE"

Wednesday 4 February 2009

Arte, libertá, follia, il male di vivere



Liberi nelle forme, liberi nei colori, liberi nell'espressione, e liberi dalla costrizione.
Solo la libera espressione dunque rende l'essere veramente tale.
La summa delle esperienze, più la libertà di espressione, fuori dai luoghi comuni, dai preconcetti, dall'accademismo, rende l'uomo all'uomo.
Colore come rifrazione, colore come stato d'animo, come sentimento, come una partitura musicale, come parole, come note, colore e parole, musica.
Van Gogh aveva ragione, Ligabue aveva ragione, v'è una linea sottile tra genio e follia, e il più delle volte questo invisibile confine viene volontariamente cancellato da chi come "loro" non vuole più distinguere tra sogno e realtà, tra vero e falso, tra vita e morte.
Follia e genio sono sostanzialmente la stessa cosa, solo gli esseri razionali ne delineano la differenza, ma chi è consapevole ne lascia ad altri il giudizio.

-dal libro "Il volto di Van Gogh"
Michel François-Bernard:
«Pazzo, Van Gogh? Chi, un giorno, è stato capace di guardare un volto umano, osservi l’autoritratto di Van Gogh», protestava Antonin Artaud nel visionario saggio dedicato al «suicidato della società», scagliandosi contro coloro che tendevano a ridurre la sua arte a un problema psichiatrico, all’ennesima variazione sul tema genio e sregolatezza. Perché sono stati davvero troppi a decretare la «follia» del pittore fiammingo, da coloro che lo conobbero ad Arles, compreso l’amico Paul Gauguin, a pensatori del calibro di Karl Jaspers.
A combattere per primo lo stereotipo del pazzo è stato proprio l’interessato, di fronte alle difficoltà che incontrava in un ambiente ostile e spesso meschino: «Se son matto, pazienza! Preferisco la mia follia alla saggezza degli altri». Rileggendo le testimonianze dell’epoca, confrontando ricostruzioni e interpretazioni, utilizzando le proprie conoscenze scientifiche, François-Bernard Michel ricostruisce la personalità fuori dal comune di uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, un uomo posseduto da una prepotente vocazione artistica, probabilmente vittima più della malinconia che dell’assenzio".

Tuesday 3 February 2009

L'introspezione in arte


L'intorspezione é l'osservazione diretta o anche la "ruminazione" del proprio cuore, della propria mente, della propria anima, e dei loro processi da parte di una persona.
Un pittore impegnato nell’introspezione esprime a voce alta i suoi pensieri attraverso l'uso dei colori, consentendo così lo studio dell’introspezione dall’esterno.
Gli esperti dicono che per un pittore sia molto difficile fare introspezione perché ci si mette a nudo non del corpo ma dell'anima,
per farvi un esempio é come quando fate un test e "imbrogliate" sulle risposte per fare venire fuori un profilo migliore, é questo tendere a nascondere anche a noi stessi i nostri dolori e le nostre debolezze le nostre paure e il lato "brutto" (che poi brutto non é mai) della nostra interioritá, a rendere difficile l'introspezione.
Per questo chi fa introspezione deve assolutamente a mio parere dipingere da solo e senza influenze dall'esterno, deve farlo principalmente per se stesso e non pensare in quel momento ai possibili compratori della tela.
La bravura di un ritrattista poi sta non tanto nella somiglianza dei tratti ma quanto nell'espressione della persona, anche qui si cerca di guardare dentro al soggetto, e cercare di capire cosa vuole dirci senza le parole, se riusciamo a fare questo usciranno grandi opere d'arte.

Monday 2 February 2009

Scrive di me il Dottor Romeo Arcari


Laura Tedeschi , nasce in Liguria e, in seguito, cresce ad Asiago. Della sua terra e del suo mare assorbe la luminosità che riflette nelle sue opere e le grandi tradizioni di cui si inebria la sua arte. La sua infatti e’ una pittura piena di luce e di sentimento a volte diafana ma che lascia il segno di graffi indelebili nell’anima come le cicatrici delle storie vissute. I suoi colori sono carezze dolcissime che si adagiano sulla tela come soffi del vento di ponente e ricamano sensazioni tenerissime o delicate sensualità che catturano lo sguardo e invitano al sogno. Pittura lentamente maturata nell’anima che segue un suo percorso per liberarsi nell’emotività eterea delle sue tele e nella concretizzazione nostalgica del ricordo .Pittura in fondo come catarsi per esorcizzare le ansie e le paure (Paura, Sogno,oli su tela), pittura come analisi introspettiva in cui affondare le cromie per liberare i sui desideri nascosti e aprire lo spazio della tela al suo sogno incompiuto.
Pittura a volte di sensazioni momentanee che nella loro struggente nostalgia fanno riandare la memoria indietro nel tempo (Temporale in arrivo-Costa bretone,olio su tela) dove non e’ difficile trovare nei soggetti ripresi, angoli di posti lontani forse della sua infanzia quando i temporali incutevano paura ed ora hanno solo il sapore del ricordo. Ricordi,memorie che sono metabolizzati in fondo al suo cuore e che rivivono nelle sue composizioni in una metamorfosi cromatica affascinante che a volte trasfigura il soggetto e lo riprende con aspetti inusuali ma certamente veri(Vienna,olio su tela).Allora le stesse ambientazioni viennesi acquistano i colori del mare,delle colline liguri e dei campi di levante dove il sole batte nel suo eterno calore. Composizioni aperte le sue che lasciano a volte un retrogusto amaro come di delusioni che si somatizzano sulla pelle e allora e’ incredibile come il suo talento riesca a trasfonderle nei suoi nudi plastici e nei suoi ritratti (Introspezione,Paura,Riflessioni) che diventano il racconto introspettivo e in fondo la storia della sua vita che si ripete nella visione di volti segnati eppure sorridenti,di sguardi distratti ma intensi,di corpi sensuali ma distanti,sfuggenti,ingannevoli.
Il passato,il presente,in fondo la sua vita con tutto il suo carico di sogni,di fiabe,di emotività diventano il motivo trainante delle sue opere e della sua arte. Anche quando si occupa di paesaggi (Bosco,Tre alberi-Angolo di bosco) le sue opere hanno la leggerezza e la volatilità del sogno in cui i colori nella loro piena brillantezza sono composti con armonia e gusto accentuando il suo lato impressionistico nel lirismo delle sue creazioni che fanno perdere lo sguardo nella dimensione astrale della tela. Allora la sua arte si apre in tutta la sua bellezza e sulle tele vivono emozioni vere,quando i suoi paesaggi si aprono alla luce del mattino per rompere la malinconia della notte ma sono in fondo squarci sulla sua storia personale e sul suo vissuto, di un tempo che non c’e’ più e che i suoi occhi rivivono nel nostalgico gusto delle sue tele.
Vibrazioni intense di emozioni vissute nella loro completezza che raccontano e coinvolgono e trasmettono il sentimento puro,quello vero che fa palpitare il cuore.
Le stesse figure femminili che ella ricama in linee sottili , dissolventi,eteree hanno il carico struggente della nostalgia che fa riprendere fiato per ricominciare, continuando la sua storia e i suoi sogni. Pittura in fondo intimistica,pensata, meditata e sofferta e profondamente elaborata dalla sua forte sensibilità che segna tutta la sua arte. L. Tedeschi e’ pittrice di emozioni forti ma che sa diluire nelle tonalità dolcissime delle sue creazioni che sono parole non dette,pensieri non espressi ma che i suoi quadri svelano in tutta la loro elegante tenerezza e profonda umanità.
Se l’arte e’ anche crescita spirituale allora questa e’ una forte realizzazione di un percorso intimistico sofferto ma fiducioso,malinconico ma vivo, nostalgico ma che sa guardare al futuro dove diluire i suoi cromatismi nelle composizioni luminose e piene di sentimento che avvolgono il soggetto in una atmosfera romantica ,serena, rilassante.
Pittura –sentimento allora che parla della sua storia ma non ci racconta tutto e avvolge nei colori i suoi segreti che diventano l’orizzonte da conquistare e spariscono nelle sue intense tonalita’ come le vele nel mare ligure .Pittura personalistica certamente ma aperta,dialogante,comunicativa che fa riflettere e sognare nel contempo.
Pittura del ricordo nostalgico ma anche pittura che da energia e speranza nel domani,che colora i sentimenti ma li stempera del carico di sofferenza e li illumina di una luce viva,calda,intensamente cromatica. Se l’ arte ha il suo mistero che solo le pieghe dell’anima sanno e che il cuore non scoprirà mai allora questa di L. Tedeschi e’ uno spiraglio che si apre attraverso la luminosità e il talentuoso ricamo delle sue opere, nella magia della pittura dove asciugare una lacrima di nostalgia che cade nei suoi pigmenti e si dissolve nella sensazione ancestrale del sogno che fa rivivere nonostante tutto.