Sunday, 30 August 2009
Volgari si nasce. E si resta
Cè rimedio a tutto. Se un tale è ignorante, lo si può istruire. A chi è disordinato si può imporre di mettere un po di ordine fra le sue cose (le madri dicono che con le figlie è impossibile). Al prodigo si può insegnare, con le minacce, qualche barlume di morigeratezza. All' alcolizzato si possono togliere le bevande. Forse si può addirittura indurre un ritardatario cronico ad arrivare puntuale agli appuntamenti, sebbene l'impresa sia quasi disperata. Cè rimedio a tutto: meno che alla volgarità.
La volgarità è senza speranza. Se una persona è volgare, nessuna forza al mondo potrà farla diventare fine e gentile. Volgari si nasce, non si diventa. Non è questione di classe sociale. Può essere volgare il figlio di un re, può essere fine e gentile il figlio di un contadino. Non è questione di denaro, anche se la ricchezza è spesso un incentivo a comportamenti poco lodevoli. Non è, infine, una faccenda di istruzione.
Tante sono le occasioni in cui la volgarità viene a galla. Quelle ovvie ( le parolacce, le battute cosí dette da bar, le prepotenze e il cattivo gusto, e la mancanza di rispetto) sono esperienze di tutti i giorni. Basta ascoltare la radio, guardare la televisione. Ma vi sono anche sprazzi di volgarità nell'eloquio, e nel comportamento, di persone intellettualmente evolute. Senza speranza, ho detto. Forse è meglio evitare del tutto il tema. Se un male è senza rimedio, conviene pensare ad altro.
Testo di: A.N. Franco
Friday, 28 August 2009
Arte, libertá, follia, il male di vivere
Liberi nelle forme, liberi nei colori, liberi nell'espressione, e liberi dalla costrizione.
Solo la libera espressione dunque rende l'essere veramente tale.
La summa delle esperienze, più la libertà di espressione, fuori dai luoghi comuni, dai preconcetti, dall'accademismo, rende l'uomo all'uomo.
Colore come rifrazione, colore come stato d'animo, come sentimento, come una partitura musicale, come parole, come note, colore e parole, musica.
Van Gogh aveva ragione, Ligabue aveva ragione, v'è una linea sottile tra genio e follia, e il più delle volte questo invisibile confine viene volontariamente cancellato da chi come "loro" non vuole più distinguere tra sogno e realtà, tra vero e falso, tra vita e morte.
Follia e genio sono sostanzialmente la stessa cosa, solo gli esseri razionali ne delineano la differenza, ma chi è consapevole ne lascia ad altri il giudizio.
-dal libro "Il volto di Van Gogh"
Michel François-Bernard:
«Pazzo, Van Gogh? Chi, un giorno, è stato capace di guardare un volto umano, osservi l’autoritratto di Van Gogh», protestava Antonin Artaud nel visionario saggio dedicato al «suicidato della società», scagliandosi contro coloro che tendevano a ridurre la sua arte a un problema psichiatrico, all’ennesima variazione sul tema genio e sregolatezza. Perché sono stati davvero troppi a decretare la «follia» del pittore fiammingo, da coloro che lo conobbero ad Arles, compreso l’amico Paul Gauguin, a pensatori del calibro di Karl Jaspers.
A combattere per primo lo stereotipo del pazzo è stato proprio l’interessato, di fronte alle difficoltà che incontrava in un ambiente ostile e spesso meschino: «Se son matto, pazienza! Preferisco la mia follia alla saggezza degli altri». Rileggendo le testimonianze dell’epoca, confrontando ricostruzioni e interpretazioni, utilizzando le proprie conoscenze scientifiche, François-Bernard Michel ricostruisce la personalità fuori dal comune di uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, un uomo posseduto da una prepotente vocazione artistica, probabilmente vittima più della malinconia che dell’assenzio".
Dipinto: Laura Tedeschi "Complicitá"
Acrilico - Collezione privata
Wednesday, 26 August 2009
Monday, 24 August 2009
Milan Kundera e la lentezza
C'è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.
Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all'intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all'intensità dell'oblio.
Da: "La lentezza" Milan Kundera
Saturday, 22 August 2009
Thursday, 20 August 2009
Quel segreto che ci fa diventare nemici
"Amici-nemici. Due sentimenti diametralmente opposti che in realtà sono due facce della stessa medaglia. Anzi spesso accade che coloro che sono stati i nostri confidenti migliori, se tradiscono la nostra fiducia diventano i nostri avversari peggiori.
Ma come può accadere che un amico si trasformi in nemico? Il sentimento di lealtà è quello su cui si basa ogni rapporto di amicizia. Soprattutto nell'adolescenza l'amico è un complice che conosce ogni nostro segreto e per questo lo vogliamo accanto senza dividerlo con nessuno. E una parte di noi. E da lui pretendiamo la lealtà più totale, assoluta. Se tradisce questa fiducia, compie un atto terribile. Spezza le basi della relazione.
È tanto difficile perdonare un amico che tradisce, mentre spesso riusciamo a tollerare una infedeltà sentimentale, perché il tradimento è un attacco diretto alla fiducia e va ad intaccare l'accordo segreto: siamo due esseri speciali e solo noi due ci capiamo a fondo. È questo contratto che dà senso all'amicizia. E lo sanno da subito anche i bambini. In un rapporto di amore, invece, non è indispensabile capirsi. Sono altre le esigenze: l'eros, la passione, la totalità dell'altro nella nostra vita. A un marito, ad una moglie possiamo perdonare una mancanza di lealtà. Lo abbiamo messo in conto. Sappiamo che l'amore nasce e finisce. Ad un amico affidiamo la parte più segreta di noi stessi: se non ne fa un buon uso non riusciamo a sopportarlo.
Le inimicizie a volte diventano di una intensità devastante perché il desiderio di volersi vendicare è un modo per non abbandonare mai del tutto l'ex amico. E poi questo genere di nemico conosce tutti i tuoi punti deboli, è stato testimone di tutti i tuoi segreti, di tanti avvenimenti drammatici della tua vita. Conosce la parte più oscura di te. E uno scontro mortale. Anche perché si può diventare paranoici.
Si comincia a sospettare che lamico in realtà non fosse mai stato tale. Che fin dall'inizio della relazione ha sempre avuto un progetto negativo. Insomma lo si considera un Giuda che ha carpito la nostra fiducia per poi colpirci alle spalle."
Testo: A.N. Franco
Dipinto: Laura Tedeschi "pensieri"