Friday, 26 February 2010

La libertá - Il pensiero di Vincent Van Gogh

Dipinto di Laura Tedeschi

"A primavera un uccello in gabbia sa bene che c'è qualcosa a cui potrebbe servire, sente benissimo che ci sarebbe qualcosa da fare, ma non ci può far nulla, e cos'è questo? Non si ricorda bene, ha idee vaghe e dice: "Gli altri fanno i loro nidi e portano fuori i loro piccoli e li cibano" e poi sbatte il suo capino contro le grate della gabbia. Ma la gabbia resiste e l'uccello impazzisce dal dolore. "Guarda che fannullone", dice un altro uccello che passa lì davanti, "quello è un tipo che vive di rendita". Eppure il prigioniero continua a campare, non muore, fuori non appare nulla di quel che ha dentro, è in buona salute, e di tanto in tanto è allegro sotto i raggi del sole. Ma poi viene il tempo degli amori. Ondate di depressione. "Ma ha poi proprio tutto quel di cui ha bisogno?" dicono i bambini che si prendono cura di lui e della sua gabbietta. E lui sta appollaiato con lo sguardo proteso verso il cielo, dove sta minacciando un temporale, e dentro di sé sente ribellione per la sua sorte. "Me ne sto in gabbia, me ne sto in gabbia, e non mi manca niente, imbecilli! Ho tutto ciò di cui ho bisogno! Ma per piacere, libertà, lasciatemi essere un uccello come gli altri!". Così, talvolta, un uomo che non fa nulla assomiglia a un uccello che non fa nulla".

Autore del testo: Vincent Van Gogh

Thursday, 25 February 2010

Scandalo alla Secessione viennese, sesso di gruppo e scambi di coppia al museo - fino a che punto l'arte é arte?


La nozizia sta facendo il giro del mondo, Christoph Buechel, ha di sicuro raggiounto il suo obbiettivo.
L'arte ha sempre avuto molte forme di espressione, e molti artisti d'avanguardia hanno proposto corpi nudi, addirittura sporchi di sangue e orgie di gruppo. La loro spiegazione a questo tipo di arte é tirata al massimo e cioé voler rendere il pubblico stesso opera d'arte.

La domanda che sorge é semplice ed é una sola:
fino a che punto l'arte é arte?

"Scandalo a Vienna per una mostra allestita nella prestigiosa Secession (museo della Secessione Viennese), trasformata in una specie di club porno con i visitatori (maggiorenni) protagonisti di orge, sesso hard, accoppiamenti e posizioni di ogni genere. La stravagante idea è dell'artista e provocatore svizzero Christoph Buechel, che ha trasformato il tempio dell'arte in tempio del sesso con camera sadomaso, sedia ginecologica. Di giorno sembra una mostra normale, con normale biglietto di ingresso. Dalle 21, però, lo scantinato del museo si trasforma in uno Swingerclub (club dove si entra in coppia per fare sesso di gruppo) ed il biglietto è più caro (da 6 a 42 euro a seconda del programma). Per accedere i visitatori devono avere almeno 18 anni e non avere inibizioni sessuali. Fra proteste e curiosità, la mostra, costata 90mila euro di provenienza esclusivamente privata, registra comunque il pienone. E, guarda un po', la sera ci sono sempre lunghe file".

Fonte: Ansa
Foto: La prima pagina del Kurier di oggi (25 febbraio 2010)

Monday, 22 February 2010

La primavera all'improvviso

Dipinto di Laura Tedeschi

Sebbene sui prati ci sia ancora neve, nell'aria c'é l'odore della primavera.



Monday, 15 February 2010

La maschera

Dipinto di Laura Tedeschi



Monday, 8 February 2010

... dalla finestra in un pomeriggio invernale

Dipinto di Laura Tedeschi



Thursday, 4 February 2010

IL CANE QUOTIDIANO, Il blog di Theo, il mio amato cane é online

Benvenuti nel blog di Theo, un blog interamente dedicato ai cani.

Wednesday, 3 February 2010

Nostalgia


Dipinto di Laura Tedeschi

In greco "ritorno" si dice nóstos. Álgos significa "sofferenza". La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale; gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dall'impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. Il che, in inglese, si dice homesickness o, in tedesco Heimweh. In olandese: heimwee. Ma è una riduzione spaziale di questa grande nozione. Una delle più antiche lingue europee, l'islandese, distingue i due termini: söknudur: "nostalgia" in senso lato; e heimfra: "rimpianto della propria terra". Per questa nozione i cechi, accanto alla parola "nostalgia" presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: stesk, e un verbo tutto loro; la più commuovente frase d'amore ceca: styská se mi po tobe: "ho nostalgia di te"; "non posso sopportare il dolore della tua assenza". In spagnolo, añoranza viene dal verbo añorar ("provare nostalgia"), che viene dal catalano enyorar, a sua volta derivato dal latino ignorare.

Alla luce di questa etimologia, la nostalgia appare come la sofferenza dell'ignoranza. TU SEI LONTANO, E IO NON SO CHE NE É DI TE.
Il mio paese è lontano, e io non so cosa succede laggiù. Alcune lingue hanno qualche difficoltà con la nostalgia: i francesi non possono esprimerla se non con il sostantivo di origine greca e non hanno il verbo relativo; possono dire: je m'ennuie de toi ("sento la tua mancanza"), ma il verbo s'ennuyer è debole, freddo, e comunque troppo lieve per un sentimento così grave. I tedeschi utilizzano di rado la parola "nostalgia" nella sua forma greca e preferiscono dire Sehnsucht: "desiderio di ciò che è assente"; ma il Sehnsucht può applicarsi a ciò che è stato come a ciò che non è mai stato (una nuova avventura) e quindi non implica di necessità l'idea di un nóstos; per includere nel Sehnsucht l'ossessione del ritorno occorrerebbe aggiungere un complemento: Sehnsucht nach der Vergangenheit, nach der verlorenen Kindheit, nach der ersten Liebe ("desiderio del passato, dell'infanzia perduta, del primo amore").

da: L'ignoranza di Milan Kundera