Wednesday, 28 July 2010

One day they came to take me - Un giorno vennero a prendere me




First of all they came to take the gypsys
and I was happy because they stole.
Then they came to taking the Hebrew
and I was silence because they were unpleasant to me. 
Then they came to take the homosexuals
and I was raised because me they were annoying.
Then they came to take the communists
and I did not say nothing because I was not communist.
One day they came to take me
and not there was remained nobody to protest.

Bertold Brecht



Laura Tedeschi's shot


Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
 
Bertold Brecht

Monday, 26 July 2010

Flowers at my window

“I am following Nature without being able to grasp her"...

"Seguo la natura senza poterla afferrare"...

Claude Monet


Paintings: Laura Tedeschi






















Thursday, 22 July 2010

Even the sea has not a country...

Even the sea has not a country, and he belongs to all of those who are listening for him.



Laura Tedeschi's Photo - Self-shot


Il mare non ha paese nemmeno lui, ed é di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare. 


Luigi Pirandello

Wednesday, 21 July 2010

Art market is a rigged market - Arte mercato truccato

Art market is a rigged market, because the pricing of a work depends to much on arbitrary rules, so if the sellers in this area would be economic trader, selling equities instead paintings, they would be all in jail for fraud.

Luca Arnaudo


Picture: "A collector's death" danish provocation at the Venice Biennale 2009

"La morte di un collezionista" provocazione Danese alla Biennale di Venezia 2009


"Quello dell'arte è un mercato truccato. Perché la formazione del prezzo dipende da regole così arbitrarie che se gli operatori economici di questo settore vendessero titoli azionari, invece di opere, sarebbero tutti in prigione per truffa o aggiottaggio" 


Luca Arnaudo 

Wednesday, 14 July 2010

The pain that sets in motion the desire to searching for - La pena che mette in moto il desiderio di cercare

It's be as if I had seen this scene.
Instead I have read it a while ago.
On a Paris's street, the adult Francoise Truffaut is following, from a few distance steeps, an old jew.
The old one stopped himself, Truffaut stopped ihmself too. Then the old man begins to walk again, and Truffaut do the same, the old man is his father, the natural father.
Francois has never known him in person, and he will do not ever know.
Maybe he just wants to see him from away. This is their first and last time...
I can remember, I have already tought that maybe if in Truffaut's life there had not this wound, perhaps we would not known Jules et Jim and La femme d'a côté.
Maybe the idea that suffering make up an artist is too romantic , but I think if not there were  something to repair, a pain to heal, an unfulfilled love, a man or a woman would not search inside themselves, finding sometimes treasures.
If there would not be a lack, a void asking to be fill, a strange kind of needing to search, we will end up with very small emotion.
To know that we must die, awareness of the stigma of the human condition, should be enough as carburetor of our lives. We need a kind of meditation and the pain that sets in motion the desire for life and make uns trying to fill this pain with art, is a kind of possible meditation.
I know many parents who have fear that their children have to suffer even just a bit'.
Propensity to fill all their empty, to prevent possible failure, to numbness in an unnatural fullness...
Is that really what we desire for them?
A life without the longing and suffering of desire, isn't this the poorer life that we can imagine?


Laura Tedeschi's painting


È come se l'avessi vista, questa scena. 
E invece l'ho letta qualche anno fa. 
In una strada di Parigi un ormai maturo Francois Truffaut segue a qualche passo di distanza un anziano signore ebreo. Il vecchio si ferma, lui si ferma. Poi riprende a camminare e cosí Truffaut. 
Il vecchio é suo padre, il padre naturale. 
Francois non l'ha mai conosciuto, non lo conoscerá. 
Forse non gli interessa altro che guardarlo, vederlo da lontano. 
È la loro prima e ultima volta. 
Ricordo di aver subito pensato che se nella vita di Truffaut non ci fosse stata questa ferita, Jules et Jim e la signora della porta accanto probabilmete non li avremmo mai conosciuti. Forse l'idea che sia la sofferenza a fare l'artista é un po' troppo romantica. 
Ma credo che se non ci fosse qualcosa da riparare, un dolore da risanare, dell'amore inappagato, l'uomo e la donna non cercherebbero come cercano, trovando in qualche caso tesori inestimabili. 
Se non vi fosse una carenza, un vuoto che chiede di essere colmato, una specie di invidia radicale a muoverci, finiremo per accontentarci di poco. 
Dovrebbe bastare sapere di dover morire, consapevolezza che é lo stigma della condinzione umana, a carburare le nostre esistenze, é il vuoto piú vuoto di tutte, e per quanto uno faccia, incolmabile. 
Servono delle meditazioni, il dolore, che mette in moto il desiderio di vita, che ci fa provare a colmare l'arte é una meditazione possibile. 
Conosco molti genitori che han paura che i proprio figli soffrano anche solo un po'. 
La propensione a riempire tutti i loro vuoti, a prevenire ogni possibile mancanza, a intorpidirli in una innaturale sazietá. 
È davvero questo che volgiamo per loro? 
Una vita senza carenze, senza dolore senza lo struggimento del desiderio? Non é la vita piú povera che si possa immaginare? 

Monday, 12 July 2010

Welcome to my place (Juli 2010)



Finally after  a lot of  rain and cold wether on June,  we have now in Vienna tropical temperature and I can now present to you my flowers in my corner of world.

Finalmente dopo le piogge e il freddo di giugno ora anche qui a Vienna c'é un caldo tropicale, anche troppo...
Adesso vi posso fare vedere i miei fiori nel mio angolo di mondo













Thursday, 8 July 2010

Caio Fernandes's new publication and solo-exhibition at the Art Gallery "TELA"

My good friend and painter Caio Fernandes has recently published a new art-book: Reductive.
Elisabeth Avedon said about this book:

...  "Caio Fernandes is a brilliant artist and poet. 
This is a perfect book"

Reductive is a book that I sinceraly recommend for the precious content of really well done medern expressionism.

Caio is also in solo-exhibition at the TELA Art gallery from July 8 to September 2 - 2010



Il mio carissimo amico e pittore Caio Fernandes ha pubblicato un nuovo libro: Reductive.

... "Caio Fernandes é un artista geniale e un poeta.
Questo é un libro perfetto"


Reductive é un libro di cui io raccomando la visione per la bellezza delle opere pubblicate.

Caio é presente anche con una mostra personale presso la galleria d'arte TELA dall' 8 luglio al 2 settembre 2010




















Tuesday, 6 July 2010

Tribute to the passion - Elogio della passione

To be not passionate is a diffuse trend nowadays.
Calm down, tone down... like a empty death's vision. But what could be more heartbreaking and human than excesses, mistakes, falls and the generous and foolish throwing with body and soul, even when it means getting up again very hardly?
What remains of a woman or a men, on the wall that has imprisoned them, if not their desperate's nails scratches?
The wicked Emma Bovary is so alive that she could not die. She fills her mouth with arsenic, convinced that death will be arriving softly, like a dream, but even ther will be a furious fight, as her whole life.
Emma died valiantly, by the excesses and mistakes typical of those people who are looking for something without a stop. Emma died by to much life, and for this she never dies.
Who would have notice the presence of Charles, the vapid Emma's husband, if there had not been Emma's presence?







Laura Tedeschi's paintings

L’antipassionale, una moda diffusa. 
Calmarsi, abbassare la pressione, andare piano, contemplare il vuoto, calare di tono, diminuire il calore, fino alla quiete assoluta, all’apatia, a una serena immobilità che prefigura la morte. 
Ma cosa cè di più vivo e straziante e umano degli eccessi, degli errori, delle cadute, del generoso e dissennato buttarsi anima e corpo, anche a costo di rialzarsi con molta fatica? Che cosa resta, di una donna e di un uomo, se non i graffi disperati delle loro unghie sui muri che li hanno costretti? 
La scellerata Emma bovary è talmente viva da non riuscire a morire. Si riempe la bocca di arsenico, convinta che la morte arriverà dolcemente, come un sonno. E invece anche lì è una lotta furiosa, come è stata tutta la sua vita. 
Dolore, parole sconnesse, umori color dell’inchiostro. Emma muore valorosamente dell’eccesso di errori di chi cerca senza sosta. Muore di troppa vita, e proprio per questo non muore mai. Quanto è più morto, da sempre e per sempre, quel buon uomo di Carlo, il suo insulso e mediocre marito? Chi si sarebbe accorto della sua esistenza, non fosse stata per lei? 




Francesco Guccini's tribute to Emma Bovary - Il tributo a Emma bovary di Francesco Guccini

Thursday, 1 July 2010

Richness produces poverty - La ricchezza produce povertá


People called them „homeless“ but the truth is that they are not homeless but money-less.
Like many things in this world, is a question of money.
A human don’t live in a cardboard box just because he likes it.
Perhaps he is suffering by mental disorders, Perhaps is a drug addict or an alcoholic, but he is not living in the box for hese reasons.
I know dozens of crazy people and I can tell you certanly that a lot of them are living in beautifull homes.
Let me see a book which says that an alcohlic is doomed to live on the sidewalk. No, is not a question of cause and effect.
You live in a cardboard box because you can not keep a home.
Even if we are not in a prosperous time, we are travelling more and more on a profits highway, forgetting that lot of people are falling down the road.
Richness produces poverty.
Is a equation, even not so hidden of economic market, which only the hypocrites pretend to ignore.
Bad luck can fall on anyone of us, anytime.
We don’t need a great immagination to remember the various events that bring we down.
Every person are living with the idea of its own destruction and also the happiest and most successful men has in his head some gray area where scenes of horror are represented. A single misfortune divides the majority of us by the state of emergency. More misfortunes, in series, can lead us to ruin.
Adversity can weaken even the strongest, and who are we to belive that the same adversity can not strike us? Are our town, after all, and what happens to them, happens even to us.
These people are not monsters, they are people who are needing  help and the respect their dignity.
Imagine, if you can, yourself in a  cardboard box, by bad weather, doing the best to keep you warm.



Li chiamano homeless, senzacasa, ma in effetti si tratta di gente senza soldi. Come molte cose al mondo, tutto si riduce a una questione di soldi. 
Un essere umano non vive in uno scatolone di cartone perché ne ha voglia. Può darsi che soffra di disturbi psichici, può darsi che sia un tossicodipendente o un alcolizzato, ma non sta nello scatolone perché soffre di questi problemi. Mi è capitato di conoscere decine di matti, e vi assicuro che molti di loro vivevano e vivono in case bellissime. Mostratemi un solo libro in cui si dimostri che un etilista è condannato a dormire sul marciapiede. No, non siamo in presenza di un rapporto causa-effetto. Si vive in uno scatolone di cartone perché non ci si può permettere una altra dimora. 
Per i poveri è sempre un momento difficile. Anche se non siamo in un periodo di grande prosperità mondiale, scorrazziamo sempre su una superstrada di profitti sempre più vertiginosi e ci scordiamo che un numero inaudito di esseri umani precipita lunga la carreggiata. La ricchezza produce povertà. E una equazione non poi tanto occulta dell'economia di mercato, che ormai solo gli ipocriti fan finta di ignorare. 
La sfortuna può abbattersi su chiunque di noi in qualunque momento. Non occorre troppa fantasia per evocare i vari avvenimenti che possono metterci in ginocchio. Ogni persona convive con l' idea della propria distruzione, e anche l'uomo più felice e di maggior successo ha nel cervello qualche zona di ombra in cui vengono rappresentate senza sosta scene di orrore. Un unica disgrazia divide la maggior parte di noi dallo stato di emergenza. Più disgrazie in serie possono ridurci alla rovina. Le avversità prostrano anche i più forti, e chi siamo noi per credere che le stesse avversità non possano colpire anche noi? 
Sono le nostre città, dopo tutto, e quello che succede a loro succede anche a noi. I poveri non sono mostri solo perché non hanno soldi. Sono individui bisognosi di aiuto. Tutto quello che chiedo è che pensiate al tempo, al brutto tempo. E poi, se ce la fate, che immaginiate voi stessi dentro una scatola di cartone, mentre fate il possibile per tenervi caldi.