Saturday, 13 June 2009

Lo scrittore sta lavorando - La magia dei sogni


"Cè un luogo dove accadono le cose più strane, dove il tempo e lo spazio sono oggetto di una beffa continua, dove convivono il tragico, il grottesco, l'assurdo. Questo luogo è il sogno. Il sogno è il luogo di tutte le ambiguità, l'anagrafe di tutti i fantasmi che popolano la mente, lo spazio dove si incontrano persone e cose della vita ma che più spesso esistono solo lì e non hanno alcun riscontro nella realtà. Talora non lasciano tracce sensibili e svaniscono nel nulla, in altri casi si imprimono profondamente nella memoria e ci perseguitano per giorni o per anni. Il sogno rimane per me una zona affascinante ma oscura della mia mente, un fenomeno che sfugge anche ai controlli della coscienza, ma carico di responsabilità perché su di esso si concentrano le nostre proiezioni personali.
Credo che molti come me abbiano incominciato a trascrivere i propri sogni e che si siano fermati a un certo punto per stanchezza, per noia o depressione. Invece non bisogna arrendersi nemmeno quando i sogni ci sembrano scadenti e quando insorgono difficoltà di memoria. La trascrizione è per il sognatore , lunico mezzo di conservare qualche memoria dei propri sogni: di una parte di sé.
Instaurare un rapporto di buon vicinato con i propri sogni comporta qualche vantaggio. I sogni possono essere un serbatoio di idee e di immagini, ma anche un modo di viaggiare in luoghi imprevisti e sconosciuti, di incontrare persone nuove o rivedere vecchi amici, di arricchire insomma la nostra esperienza. Sono comunque un diversivo alla vita che conduciamo in un società generalmente inerte e rumorosa. Il poeta Saint-Pol-Roux, prima di addormentarsi appendeva alla porta della sua camera da letto un cartello: Lo scrittore sta lavorando.
Per quanto possa essere frammentario, labile e altrettanto volatile il sogno assume l'apparenza della realtà al punto che il sognatore solo in casi eccezionali ha la coscienza di stare sognando e quindi partecipa alle vicende sognate come se fossero del tutto reali.
Un processo di identificazione così intenso non si verifica con nessuna delle arti note. Ma il sogno non appartiene secondo me a questa categoria: il sogno è un' arte ignota ancora in attesa di essere decifrata. Per quanto il sogno si presenti spesso come un prolungamento della realtà, le sue immagini sono senza fondamento e non si dispongono secondo un ordine, ma lo creano a posteriori, lo inventano.
Da dove provengono questi materiali dei sogni? Dietro ogni gesto, ogni evento della vita reale, dietro ogni oggetto, si nasconde una infinità di gesti, eventi e oggetti non realizzati, oscuri e assenti, ma possibili. Presumo che il campo di queste possibilità si realizzi nel sogno. Variazioni e aggiunte, dilatazioni e correzioni derivanti da una incertezza o insoddisfazione, deformazioni e ossessioni, prendono forma da una svalutazione della nostra esperienza ordinaria e riportano in primo piano il concetto di irrealtà. Il sogno dunque si inserisce di prepotenza nel discorso, lo prolunga e lo dilata nell'area dell'immaginario. Il sogno è dunque il luogo delle fascinazioni, ma anche delle contraddizioni e delle ambiguità.
Mi è successo anche di sognare racconti già modulati a sufficienza e mi è bastato farne una trascrizione letteraria per poterli pubblicare. Probabilmente quindi i sogni sono in qualche misura condizionati dal sognatore, dalla sua personalità, dalla sua attività, dal contesto sociale nel quale vive e quando è assente questo condizionamento, essi vengono sottoposti a un adattamento che li rende omogenei al sognatore.
Mi succede spesso di sognare persone defunte come se fossero vive oggi. Tutto avviene in un tempo presente nel quale i defunti non si comportano da fantasmi ma da persone attive e in salute. Solo al risveglio, raramente durante il sogno, mi accorgo dell'anomalia e magari mi dispiace di non averli interrogati sui misteri dell'aldilà, anche se so che nessuna rivelazione interessante potrei ottenere dalle loro risposte.
Credo ci sia una sorta di galateo e di discrezione onirica che ci sconsiglia di rivelare a costoro il loro stato di defunti. Dal sogno e dai suoi tempi arbitrari ci viene anche una conferma in più che il tempo è un invenzione degli uomini per dare una successione e un ordine alle cose che succedono intorno a noi. Un espediente per evitare il caos".

A. N. Franco

Dipinto: "Il sogno di L." Laura Tedeschi - Olio su tela - 90x70

1 comment:

davide tarantino said...

complimenti! bellissimi colori e soprattutto lo stile.