Wednesday 30 September 2009

Il fascino della lingua


In greco "ritorno" si dice nóstos. Álgos significa "sofferenza". La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale; gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dall'impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. Il che, in inglese, si dice homesickness. O, in tedesco, Heimweh. In olandese: heimwee. Ma è una riduzione spaziale di questa grande nozione. Una delle più antiche lingue europee, l'islandese, distingue i due termini: söknudur: "nostalgia" in senso lato; e heimfra: "rimpianto della propria terra". Per questa nozione i cechi, accanto alla parola "nostalgia" presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: stesk, e un verbo tutto loro; la più commuovente frase d'amore ceca: styská se mi po tobe: "ho nostalgia di te"; "non posso sopportare il dolore della tua assenza". In spagnolo, añoranza viene dal verbo añorar ("provare nostalgia"), che viene dal catalano enyorar, a sua volta derivato dal latino ignorare.

Alla luce di questa etimologia, la nostalgia appare come la sofferenza dell'ignoranza. TU SEI LONTANO, E IO NON SO CHE NE É DI TE.
Il mio paese è lontano, e io non so cosa succede laggiù. Alcune lingue hanno qualche difficoltà con la nostalgia: i francesi non possono esprimerla se non con il sostantivo di origine greca e non hanno il verbo relativo; possono dire: je m'ennuie de toi ("sento la tua mancanza"), ma il verbo s'ennuyer è debole, freddo, e comunque troppo lieve per un sentimento così grave. I tedeschi utilizzano di rado la parola "nostalgia" nella sua forma greca e preferiscono dire Sehnsucht: "desiderio di ciò che è assente"; ma il Sehnsucht può applicarsi a ciò che è stato come a ciò che non è mai stato (una nuova avventura) e quindi non implica di necessità l'idea di un nóstos; per includere nel Sehnsucht l'ossessione del ritorno occorrerebbe aggiungere un complemento: Sehnsucht nach der Vergangenheit, nach der verlorenen Kindheit, nach der ersten Liebe ("desiderio del passato, dell'infanzia perduta, del primo amore").

da: L'ignoranza di Milan Kundera

Dipinto: "Il centenario" di Laura Tedeschi

Tuesday 29 September 2009

Riflessioni sul riflesso ... e sull'arte


... l'eterno dilemma di cosa é arte e cosa no...

Soggettivo-oggettivo.
L'eterna diatriba senza fine, la questione "artista-artigiano"

Personalmente credo che senza nessuna base non si va lontano, ma senza senso artistico o estro e personalitá si fa ancora meno.

Un dato di fatto é che molte foto, a volte le migliori, sono realmente casuali.

La foto che ho postato "Riflessioni sul riflesso" é stata scattata da me senza preamboli e senza location, senza ritocchi, ma sopratutto senza avere particolari nozioni nel campo fotografico.

Nonostante questo é stata presa nei preferiti sul sito equilibriarte come foto artistica.

... e il dilemma continua...

Saturday 26 September 2009

Marina sulla sedia blu a Vienna



Laura Tedeschi
"Marina sulla sedia blu a Vienna"

Olio su tela
80x100

Thursday 24 September 2009

eSSeRCi SeNZa eSSeRCi Seconda edizione - Mostra di arte postale evento collaterale a NoMe PRoPRio PeRSoNa uMaNa - V° incontro artisti contemporanei


Anche quest'anno,
all'annuale incontro di artisti contemporanei
alla Carrozzeria Rizzieri di Pontedera,
Partecipo all'evento con la mia serie esclusiva di arte postale intitolata:
"Les coleurs d'un artiste" con 5 cartoline, sotto ne posto alcune.

Mostra di ARTE POSTALE
eSSeRCi SeNZa eSSeRCi (seconda edizione)
a cura di eNZo CoRReNTi

Sabato 26 Settembre 2009 - Domenica 27 Settembre 2009
Carrozzeria Rizzieri
via Pisana, 19
Pontedera (Pisa)



Tuesday 22 September 2009

Mozart e Salisburgo



Dipinti di Laura Tedeschi:

- "Mozart" Olio su tela 40x60

- "Salzburg" Olio su tela 80x60


"Il grande Amadeus nacque a Salisburgo il 27 gennaio 19761756 al terzo piano della casa che si trova nella Getreidegasse 9 (oggi è la via principale dello shopping dalle artistiche insegne e dalla caratteristiche botteghe). La casa natale di Mozart (Geburtshaus) ora è un museo gestito dalla Fondazione internazionale del Mozarteum e raccoglie diversi oggetti del compositore, quali strumenti musicali, ritratti, lettere, spartiti e il suo primo pianoforte. Proprio suonando questo pianoforte il direttore d’orchestra Leonard Bernstein si commosse sino alle lacrime per l’onore ricevuto e il grande pathos.

Nel 1773 la famiglia Mozart si trasferì nella casa detta anche “Casa del maestro di ballo” situata nella Hannibalplatz (oggi Makartplatz 8). Amadeus vi abitò fino al 1780, dopodiché si trasferì, per contrasti con il principe-vescovo Hieronymus von Colloredo, a Vienna dove morì nel 1791. In questa casa morì nel 1787 il padre Leopold, che è sepolto con la moglie di Amadeus Costanza nel cimitero annesso alla chiesa di St. Sebastian che si trova nella vicina Linzer Gasse. Anche questa abitazione, in parte ricostruita secondo l'antico progetto, è diventata un museo della Fondazione sopraccitata, che gestisce l’eredità artistica del compositore. Qui si trovano arredi dell’epoca, celebri ritratti, preziosi documenti, strumenti musicali e in tutte le sale aleggiano le sue armonie. La cosa più incredibile di questo casa-museo è il sotterraneo dove nel caveau si custodisce, utilizzando i più sofisticati criteri di sicurezza e conservazione, il tesoro musicale di Mozart: lettere autografe, diari e spartiti originali il cui valore è inestimabile. Purtroppo nessun estraneo può accedervi.

Al centro della Mozartplatz è stato collocato nel 1842 dalla città il primo monumento a lui dedicato".


Friday 18 September 2009

Autunno a Vienna


Dipinto di Laura Tedeschi
"Tre alberi/Autunno"

Olio su tela
40x40

- cliccare la foto per vedere il quadro nella sua struttura -

Tuesday 15 September 2009

Shreve & Co, la Tiffany della Costa Pacifica






Fondatori di questa storica gioielleria, che alla sua nascita si chiamava semplicemente „Shreve Jewelery“, sono due coraggiosi fratelli, i fratelli Shreve, che nel 1865 grazie al loro temperamento intuitivo, intraprendono questa avventura destinata a qualcosa di grande.
Nel 1894 dopo la morte dei fratelli,
nasce una nuova societá tra George Rodman Shreve (figlio di George Shreve) e il Sig. Albert J. Lewis.
Il primo, Georges Rodman Shreve, come presidente e il secondo, Albert J. Lewis come maggior azionista della societá che prende il nome di:
„Shreve & Co.“

Il negozio era situato in Market Street proprio di fronte al Grand Palace Hotel.
È l’epoca della „Belle Epoque“ ... l’arte, la moda la letteratura sono in fermento in Europa, dove nascono le tendenze che vanno di pari passo con la voglia di spazzare via tutto il grigiume dell’epoca precedente, é l’affascinante e irriverente epoca di Montmatre con i suoi pittori, é l’epoca di Verlaine, Baudelaire e i poeti maledetti, é l’epoca dove la libertá di pensiero comincia a prendere piede.
Tutto questo fermento crea le nuove mode che, nascendo in Europa, sono ricercatissime anche negli Stati Uniti.

Questa fu la grande intuizione iniziale e la fortuna di „Shreve & Co“ che creava gioielli e importava la manifattura di grande qualitá europea. Infatti a San Francisco questo stile era vissuto in modo opulente in quanto; miniere, ferrovie, ricchi terreni agricoli, avevano creato la San Francisco’s Gold Coast.
I clienti non mancavano, davanti al negozio di „Shreve & Co“ sostavano eleganti carrozze che attendevano dame ornate da piume e pezzi di fine gioielleria e signori incravattati con cappello e gilet.

Nel 1903, in occasione della visita in california del presidente Theodore Roosevelt la gioielleria „Shreve & Co“ definita „The Tiffany’s of the Pacific Coast“ ha avuto l’onore di creare e firmare il famoso calice da champagne d’oro.

Nel 1906 la gioielleria si trasferisce nel nuovo palazzo Shreve all’angolo di Post Street e la Grand Avenue e sfortunatamete nello stesso anno avviene il grande terremoto di San Francisco seguito da divastanti incendi, il palazzo resiste alle calamitá naturali, ma per il restauro „Shreve & Co“ si trasferisce per tre anni, fino al 1909, in un altro locale.

Un altra grande soddisfazione per „Shreve & Co“ fu nel 1911, quando San Francisco ospitó l’ Esposizione Internazionale di Panama e del Pacifico, infatti „Shreve & Co“ ebbe l’onore di creare e firmare una grande vanga in argento per l’evento e di produrre poi delle miniature in oro a tiratura limitata come souvenirs.

All’inizio del primo conflitto mondiale „Shreve & Co“, in collaborazione con Bethlehem Steel, produce alcuni componenti per aereoplani, sommergibili e navi, nal loro stabilimento di Bryant Street.

Nel 1948 il signor Joseph C. Hickingbotham compra la „Shreve & Co“ per $ 10.000.00 in contanti.

Gli oggetti firmati „Shreve & Co“, grazie alla sua fama, diventano sempre piú ricercati e ambiti.
Nel 1958 il rinomato Casino „The Nugget“ di Reno commissiona all’ormai rinomatissima e ricercata gioielleria „Shreve & Co“ la creazione di un gallo d’oro a 18K a grandezza naturale e del peso di 6,40 chili.
Il gallo viene confiscato dal dipartimento del tesoro per violazione alla legge statunitense sulla riserva dell’oro. In seguito viene sconfiscato e attualmente lo si puó ammirare nella Lobby „John Asguas“ dell’Hotel Nugget a Reno.

Nel 1967 la famiglia Hickingbotham vende la compagnia alla Dayton-Hudson di Minneapolis.

Nel 1985 viene restaurato il Palazzo Shreve e si spendono in totale 2.5 Milioni di dollari, mantenedno lo stile originario di inizio secolo.

Nel 1992 la „Shreve & Co“ viene rilevata da Schiffmans’s Jewelers of Greensboro, NC e Suna Bros. Di New York acquistando il fascino die vecchi splendori.

Come molte gioiellerie prestigiose la „Shreve & Co“ firmava tra l’atro i quadranti Rolex.

Monday 14 September 2009

Il sole in una stanza


Dipinto di Laura Tedeschi

"Fiori con frutta"

Olio su tavola

70x50

- cliccare la foto per vedere bene il quadro nei particolari -

Friday 11 September 2009

La differenza tra artista e artigiano


Un quadro incomincia a nascere nella testa dell'artista, quando, grazie alla dote che si chiama creativitá, l'autore trasfigura quello che vede con gli occhi e incomincia a vederlo con il proprio cuore.
La discussione artista-o-artigiano/artigiano-o-artsita é sempre aperta e le due correnti di pensiero sono molto agguerrite una con l'altra.

Cosí, come é difficile trasportare le cose come le vediamo, in maniera fotografica, sulla tela, é altresí difficile riuscire a trasfigurare a modo proprio la realtá.
Qui, per molti e anche per me, sta la differenza tra un artigiano e un artista.
Ovviamente bisogna avere il dono della natura di saper disegnare, ma come un cantante impara la giusta intonazione con anni e anni di studio, riuscendo a correggere anche le imperfezioni della voce, cosí un pittore con lo studio impara a dipingere, ad usare i colori e i pennelli, le giuste proporzioni ecc., ma sta di fatto che, sia il cantante che il pittore, senza una propria pesonalitá o caratteristica sarebbero semplicemente un bravo cantante e un bravo pittore, ma resterebbero sempre; il primo una comaparsa e il secondo un artigiano dei pennelli, senza risaltare al di fuori della moltitudine.

Questo vale per tutti, i grandi calciatori che con la loro fantasia riescono ad essere unici, i grandi giocatori di scacchi che con le loro mosse pazze riescono a spiazzare l'avversario, cosí anche in arte l'originalitá contraddistingue i grandi piú della perfezione.

Nella foto:
"Atmosfera invernale "Il mare d'autunno" di Emil Nolde

Wednesday 9 September 2009

Romanticismo impressionista - Marisa Moscheni ritratta da Gianni Tedeschi


Questa tempera fu dipinta da Tedeschi nel 1964, quando ritrasse la giovane moglie Marisa.
Questo é uno di quei quadri che Gianni non venderebbe mai.

Nella foto: "Marisa" di Gianni Tedeschi - anno 1964

Tuesday 8 September 2009

Autoritratto in penombra


Autoritratto in penombra

Laura Tedeschi

Olio su tela

60-70

Saturday 5 September 2009

L'Atelier Tedeschi in Asiago













Da molti anni il pittore genovese Gianni Tedeschi e la moglie Marisa Moscheni, rapiti dalla bellezza e dalla pace del luogo, vivono ad Asiago, nella loro casa-atelier immersi in un esplosione di colori: i fiori, grande passione, che definisco commovente, di Marisa e grande ispirazione, inesauribile per l'impressionista italiano Gianni Tedeschi.

L'Atelier si trova ad Asiago in via Ugo Foscolo 24
www.giannitedeschi.com

Friday 4 September 2009

Quando l'arte incontra l'arte - Settembre 2009


Con PERFORMANCE di ENZO CORRENTI
iNFioRaTa Di CaRTa CoN L'uoMo CaRTa
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QuaNDo L'aRTe iNCoNTRa L'aRTe _ September 2009
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da Anime Contemporanee and Friends 2009
Collettiva d’Arte Contemporanea
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a cura di Valentina Mammana e Corrado Roccaro
Responsabile Comunicazioni Gianpiero Chirico
In collaborazione con l’Associazione CulturArte
Con il Patrocinio della Regione Sicilia - Assessorato Regionale al Turismo, Comunicazioni e Trasporti
e del Comune di Noto - Città Patrimonio dell’Unesco.
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dal 5 al 19 Settembre 2009
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Sede espositiva:
Sala Gagliardi di Palazzo Trigona- Via Cavour,91 Noto (SR) diacente alla Cattedrale
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VERNISSAGE 5 Settembre 2009 h.18.00
Presenta Vincenzo Rosana, giornalista.

Tuesday 1 September 2009

La scelta di un cucciolo - Il Parson Jack Russell Terrier




... è da tanto tempo che desidero tenere un cane, i miei hanno sempre avuto cani e so le cose che comporta questa scelta.
Credo proprio di essere pronta per il mio cucciolo, negli ultimi mesi ho preso in considerazione le varie razze che piú si addicono a me, visto che lo porteró sempre con me e che i miei viaggi sono frequenti, l'idea era sempre di un cane di taglia medio-piccola. Ero molto indecisa, Coocker, beagle, ecc. ma quando ho visto il Parson Jack Russel Terrier, da non confondere con il Jack Russel Terrier, ho sentito dentro di me, in un attimo, che se avessi preso un cane sarebbe stato un Parson.
Il Parson, dopo essermi ben informata, mi ha conquistato ancora di piú, é piccolo ma non é il classico cane da salotto. Ho sempre desiderato un cane con carattere e non un giocattolo peloso.
È un cane che nasce come cane da caccia, piccolino per infilarsi addirittura nelle tane dei selvatici, quindi adora il bosco e io vivo praticamente attaccata al Wienerwald!
Ora i cuccioli che io ho visto devono stare ancora con la mamma perché sono appena nati in una cucciolata e nati da poco in un altra, quindi lo devo aspettare ancora un pochino ma é giá importante avere fatto le ricerche e averci pensato e ripensato su ...

Nella foto: un cucciolo di Parson e due adulti