Tuesday, 14 April 2009

Linguaggi moderni


Prendiamo una e-mail, una qualsiasi: Ciao, fai girare questo message, ovviamente a persone che vogliono una casina un po carina!. Possiamo anche provare con un sms, x 4tuna ke nn 6 venuto (traduzione: per fortuna che non sei venuto.).
Un professore finirebbe la matita rossa, non cè dubbio. Anche se abbreviazioni tipo kmq per comunque erano usate anche dagli amanuensi medievali, senza scandalo. Ma sarebbe riduttivo, e sbagliato, ridurre internet a una delle sue forme espressive. Sulla rete, come nella vita, si trova di tutto: un mondo che si riproduce con i suoi tic, le sue mode e i suoi linguaggi; a volte letterari, altre gergali, legati a forme di uso proprie di generazioni o di gruppi ristretti. Per questo non si può parlare di una forma espressiva della rete, ma piuttosto di linguaggi di internet.
E vero: per comunicare attraverso messaggini, chat o e-mail gli adolescenti hanno creato una forma espressiva che si rifà in parte alla lingua parlata, in parte alla scrittura a ideogrammi (gli emoticons). Ma è altrettanto vero che registri linguistici legati a determinati gruppi, il gergo che unisce un determinato branco, sono sempre esistiti.
Brevità e fretta sembrano i veri ispiratori di questo modo di comunicare. Ma del resto anche noi adulti, giunti alla risposta della ventesima e-mail, sopraffatti da noia e stanchezza, possiamo essere colti da sciatteria e commettere il fatidico errore di cui poi ci vergogniamo.
Colpa di una vita vissuta in fretta: le nuove tecnologie, piuttosto che regalarci più tempo libero, ci hanno semplicemente resi capaci di fare molte più cose nello stesso tempo. Ma sarebbe ingiusto dare la colpa di tutto ai nuovi mezzi di comunicazione o a internet in particolare.
La rete non ha un linguaggio e non è un luogo. Piuttosto è l'insieme correlato di tanti luoghi dove convivono tutti i linguaggi. Nei newsgroup (gruppi di discussione) esperti e scienziati di tutto il mondo si confrontano da anni portando avanti le loro ricerche.
Sui forum si incontrano spesso interventi dei lettori che, per scrittura e capacità di riflessione, non hanno niente da invidiare agli editoriali pubblicati sui giornali. E così è per i webblog: possono essere noiosi diari intimisti e sgrammaticati o luoghi dove si imparano tante cose. Tutto dipende dalla cultura e dalla capacità linguistica dell'autore. Proprio come nei libri e nella vita.

A. N. Franco

Dipinto: Laura Tedeschi "Fragile"

1 comment:

Anonymous said...

Ciao Laura, dopo giorni di silenzio faccio un po' fatica a rimettere in moto le parole. Ma l'augurio di buona notte è un linguaggio facile e quindi lo uso volentieri. Luigi.